Preliminarmente, appare opportuno delineare brevemente l'excursus, perché trattasi di una materia che è stata oggetto, nell'ultimo periodo, di una sorta di “ping-pong normativo” tra giudice togato ed onorario: nell'impianto del codice di rito del 1942, le controversie relative alla misura ed alle modalità d'uso dei servizi condominiali rientravano nella competenza per materia del Pretore; poi, la l. n. 399/1984 ha distinto tra “modalità d'uso dei servizi condominiali”, devolute alla competenza del Conciliatore, e “misura dei servizi” medesimi, attribuiti alla competenza del Pretore; siffatta scissione è stata eliminata dalla riforma del 1990/1995, abolendo quell'ingiustificata separazione delle cause in oggetto; e ciò, in un primo tempo, devolvendo tutte le relative controversie al Pretore e, in un secondo tempo, attribuendo definitivamente le stesse alla competenza esclusiva del Giudice di Pace, senza limite di valore.
La predetta ripartizione di competenze, stante l'equivocità dei criteri adottati, dava àdito a rilevanti incertezze in sede di applicazione pratica e, di fatto, costringeva la parte a proporre più cause, riguardo a questioni sostanzialmente connesse, dinanzi a giudici diversi.
Ad esempio, l'impugnazione della delibera, con cui l'assemblea aveva disciplinato l'e...
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